venerdì 25 maggio 2012

Fermarsi, respirare, ascoltare...



Osho, nel suo Libro Arancione, dove elenca diverse tecniche di meditazione, descrive quella che ironicamente chiama la meditazione più breve del mondo. Si tratta di fermarsi improvvisamente, nel mezzo della propria attività quotidiana, chiudere gli occhi, prendere contatto con il respiro, rendersi conto di essere parte di tutto quello che abbiamo intorno, e ascoltare cosa emerge durante questa pausa. La meditazione potrebbe durare in tutto mezzo minuto e andrebbe ripetuta almeno sei volte nel corso della stessa giornata. Sei brevissime pause, per ascoltare e respirare. Pause improvvise e non programmate.

Credo sia un ottimo esercizio per tutti, persone che si avvicinano alla meditazione per la prima volta, persone che meditano già da anni. Cerca di superare in una sola pratica due ostacoli molto ricorrenti: la possibilità di fermarsi nel corso dei tanti impegni giornalieri, per ritornare a contatto con se stessi e reciperare un po' di centratura; abituarsi ad ascoltare quello che in qualunque momento può emergere dalla nostra coscienza.

La meditazione breve è una provocazione del quotidiano, perché si impone in modo improvviso in qualunque momento, senza essere predeterminata. E d'altra parte, è importante fermarsi almeno sei volte in una giornata, per cercare di darle spazio e forza. Molte persone passano giornate e giornate di fila senza mai fermarsi neppure un minuto ad ascoltarsi in silenzio. O sono impegnate in diverse attività, oppure dormono. Cosa ci succede realmente in questi lunghi periodi di assenza? Cosa succede alla nostra coscienza? La pressione emotiva e psicologica cui ci sottoponiamo costantemente quali effetti profondi ha sul nostro corpo e a quali malattie può dare origine?

Iniziare a fermarsi, per brevi momenti durante la giornata, può avere effetti dirompenti. Può rivelarci la facilità con la quale ci è possibile ritrovare un contatto vitale con noi stessi e quello che ci circonda. Può rimettere in luce la nostra ombra, con il suo portato doloroso, dando voce e spazio a energie psichiche e spirituali che altrimenti si manifesterebbero in malattie e disturbi sul piano corporeo.
Fermarsi, respirare, ascoltare è la più potente delle medicine preventive.

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