martedì 29 dicembre 2009

Radicamento 1


Radicamento, la base della vita

Ogni percorso di riequilibrio delle funzioni psico-fisiche dovrebbe partire da un lavoro di radicamento (grounding), o quanto meno da una verifica della condizione di radicamento della persona.
Radicamento vuol dire avere un rapporto costante, fluido e dinamico con la terra. Dal punto di vista bioenergetico significa permettere alla propria energia di circolare liberamente, senza blocchi funzionali, tra il corpo e il terreno che ci sostiene. Un’indicazione fondamentale è, come sempre, data dal respiro. Un radicamento efficace è associato a un respiro più profondo, dinamico e meno condizionato.
Secondo la tradizione della medicina orientale, il radicamento è possibile solo se si armonizza adeguatamente il primo chakra (Muladhara o della base), che rappresenta proprio la comunicazione del corpo con la Madre Terra.
Percorsi di cura e spirituali rischiano di complicarsi inutilmente senza un adeguato radicamento. È solo attraverso un solido appoggio a terra (energetico, fisico, funzionale, psicologico, simbolico, …) che è possibile risalire verso esplorazioni spirituali trasformative. Al contrario, la ricerca della spiritualità e dell’equilibrio senza radicamento può portare alla confusione, alla sensazione di perdersi, alla mancanza di concretezza nelle scelte di vita, all’illusione di una trasformazione, più che a un reale, strutturale cambiamento.


S-radicamento

Esistono alcuni importanti segnali di un radicamento inadeguato. In generale, si evidenzia una debolezza degli arti inferiori e/o una estrema rigidità degli stessi. Le persone possono avere una sensazione di instabilità e di incertezza, oppure un’eccessiva, patologica rigidità nelle scelte di vita. Sul piano psicologico, si caratterizza per un’eccessiva tendenza alla razionalizzazione e all’astrazione con relativa incapacità di semplificare, di riportare il pensiero all’azione. Può essere correlata a una forte vocazione spirituale che, se analizzata, può nascondere un profondo timore per la propria istintività, per la fisicità del proprio corpo, per i propri bisogni primari. Si associa spesso una tendenza alla depressione, alla passività, alla tristezza e a un profondo senso di non appartenenza.
Sul piano simbolico, manca in generale la comprensione della propria origine, della propria relazione con la Madre Terra, della gioia di vivere in rapporto agli altri esseri viventi. Manca anche la capacità di sentirsi positivamente nel fluire delle stagioni che si alternano nel corso dell’anno e nello scorrere della vita.

Dal punto di vista musicoterapeutico, un radicamento inadeguato può manifestarsi con una forte insofferenza, al limite del dolore, per le percussioni più gravi, per la musica molto ritmica e più tradizionale, armonicamente e melodicamente povera.
Vi è anche una grande staticità, che inibisce al ballo e al movimento creativo con la musica. Il ritmo musicale è trasferito alla parte superiore del corpo, con movimenti delle braccia, della testa e del busto, a fronte di una debolezza del passo, del battito dei piedi a terra, della capacità di saltare e muoversi velocemente nello spazio.
I suoni emessi con la voce perdono forza mano a mano che si fanno più gravi ma, contemporaneamente, non riescono a salire verso frequenze più alte. Verso il basso, vi è la difficoltà di rilassare la parte inferiore del corpo per dare spazio al suono e il diaframma appare privo di flessibilità. Il respiro manca di profondità. Verso l’alto, vi è l’incapacità di raccogliere le forze da terra, con i piedi e le gambe, alfine di sostenere la tensione del diaframma necessaria all’emissione di suoni più acuti. L’energia non arriva alla gola e alle corde vocali e i suoni acuti risultano deboli, incerti. Le persone sono spesso incapaci di urlare con forza. I suoni vocali sono quindi sospesi in un rassicurante registro medio.


Esperienze sonore di radicamento

Il rituale vocale 2
che ho descritto in precedenza, è un perfetto percorso di radicamento. Raccoglie i suoni e le energie dal cielo e dalla parte alta del corpo per riportarle gradualmente verso la parte inferiore del corpo e verso la terra. Se si vuole accorciare il rituale per mancanza di tempo, ma lavorare specificamente sul radicamento, è possibile realizzare esclusivamente gli ultimi 4 esercizi.

Per attivare il Chakra Muladhara è possibile utilizzare il suono LAM, cioè la lettera sanscrita «la» nasalizzata, pronunciata facendola risuonare nel naso, che corrisponde al bija-mantra (suono-seme) del dio Indra. Indra è il signore degli dei nel periodo più antico della civiltà indù, quello delle sacre raccolte dei Veda. LAM corrisponde al suono che ha dato origine alla prima manifestazione dell’energia potenziale di Brahma nella terra.

La nota normalmente associata al radicamento è il DO. La vocale da utilizzare per le vocalizzazioni è la U. Non credo tuttavia che l’intonazione in DO debba essere necessariamente quella adatta a tutti. Credo che in questo caso si debba piuttosto parlare di intonazione di base. Quindi, è utile che ogni persona ricerchi la propria intonazione di base di un particolare momento e utilizzare la nota fondamentale come punto di riferimento. Per trovare la propria intonazione di base, è possibile ricercare ogni mattina al risveglio la prima nota spontanea bassa che si riesce a emettere senza alcuno sforzo. Dopo aver trovato la nota con l’aiuto di uno strumento melodico intonato in DO (flauto, pianoforte, …), è sufficiente cantare l’inizio del celebre canone di “Fra' Martino”, che si muove sulle prime tre note della scala maggiore. Quella che emerge magicamente dalla bocca è l’intonazione spontanea di base della persona in quel preciso momento. Ripetendo la ricerca per più giorni di fila, si noterà la permanenza in una particolare intonazione.
Quindi, se la vostra intonazione di base non è in DO maggiore, ma in LA, per esempio, sarà utile intonare vocalizzi con la vocale U sulla nota LA.
Solo successivamente, potrà essere importante cercare di spostare l’intonazione spontanea verso il basso o verso l’alto, per avvicinarsi al DO.

Ho infine ideato un semplice, divertente e coinvolgente percorso di danza-movimentoterapia che permette di lavorare con estrema efficacia sul radicamento. Mi riservo di esporlo in un prossimo articolo, dove darò anche alcuni suggerimenti per la scelta più adatta di una musica funzionale a un percorso di grounding.

martedì 1 dicembre 2009

Rituale vocale 4 - OM


Premessa

Secondo la tradizione induista, l'OM (o AUM) è il suono primordiale, la prima manifestazione della divinità. Rappresenta anche il mantra per eccellenza, per cui precede molte altre formulazioni.
Nella tradizione tibetana, esso è parte di un mantra più lungo, OM AH HUM HRIH, che è la rappresentazione delle quattro iniziazioni, secondo Il Libro Tibetano dei Morti.
Dal punto di vista fonetico, l’OM è composto da due vocali, la O e la M (quest'ultima considerata appunto una vocale).
Dal punto di vista musicale, il mantra è semplice da riprodurre con la voce, semplice da ricordare, si può cantare a bassa voce ed essendo per lo più a bocca chiusa (mmm) risuona internamente, sviluppando l’ascolto attraverso l’orecchio interno e riverberando all'altezza della corona (o settimo chakra, l'estremita superiore del capo).

Il rituale che propongo si realizza con l’OM più altre tre sillabe che secondo quanto descritto appunto ne Il Libro Tibetano dei Morti, rappresentano l’unificazione profonda di corpo, parola e mente.
Propongo una sequenza semplice, che permette passo a passo di familiarizzare con il mantra, di sviluppare concentrazione e attenzione all’emissione.
Il risultato che si ottiene sul proprio equilibrio psico-fisico è profondo e dinamico, soprattutto se il rituale viene ripetuto giornalmente per un certo periodo di tempo (almeno un mese), ed è guidato dalla trasformazione del respiro.
Un’indicazione precisa importantissima: non concentratevi sul respiro, ma sull’emissione del suono. Affinate sempre di più la qualità del suono che emettete, che può raggiungere un livello di cura inatteso all’inizio (nella dinamica, nella costanza, nella durata, ecc.).

Cantate seduti, in posizione comoda, con le spalle e la gola rilassate e la schiena naturalmente diritta.

Le sillabe, come sono descritte di seguito, devono essere cantate a mezzavoce per tutta la durata dell’espirazione, senza fatica, con delicata attenzione. Cercate di non avere interruzioni. Cantate il mantra a ogni espirazione. Se tuttavia vi sentite affaticati, senza fiato o in tensione, senza perdere la concentrazione, interrompete il canto, aspettate che il respiro torni regolare e ricominciate.
Il passaggio da una vocale all’altra e da una sillaba all’altra deve essere lento, quasi impercettibile. Bocca, gola e lingua modificano la propria configurazione lentamente, senza forza e senza passaggi bruschi. Nei passaggi da una vocale all’altra, avviene la trasformazione, il suono si colora di armonici e la mente si apre alle intuizioni.

Descrizione del mantra

OM – Rappresenta il corpo illuminato. Si può visualizzare una luce bianca che si irradia dal punto intermedio tra le due sopracciglia. Nella stessa espirazione, la M ha durata doppia della O.

AH – Rappresenta la parola illuminata. Si può visualizzare una luce rossa che si irradia dalla gola. La A parte dal petto, attraversando la gola rilassata, in un canale aperto che permette una chiara circolazione. Non forzate il suono. La gola ne risentirebbe.

HUM – Rappresenta la mente illuminata. Si può visualizzare una luce blu che si irradia dal cuore. Nella stessa espirazione, la M ha durata doppia della U.

HRIH – Rappresenta l’unione di mente, corpo e parola illuminate. Si può visualizzare una luce rossa che si irradia dal centro dell’ombelico. La R è una consonante di passaggio. È quasi silenziosa, con la lingua che si appoggia leggermente al palato senza chiudersi del tutto. Muovendo lentamente la lingua sul palato, emettendo la I, è possibile far sorgere una grande ricchezza di armonici.

Sequenza degli esercizi
La semplice sequenza che segue parte dalla familiarizzazione con le singole sillabe del mantra, fino al canto del mantra completo in una sola espirazione. Progressivamente, sviluppando i passaggi da una sillaba all’altra, si allunga la durata dell’espirazione, con il corpo e la mente che si calmano, e il respiro che si fa più profondo.
Ricordate di concentrarvi sul suono e non sul respiro. La cura è tutta rivolta all’unità col suono.

1. Eseguite singolarmente le quattro sillabe. Per ogni espirazione una sillaba. Ripetete almeno tre volte per ognuna.

(inspirazione)

OM
(espirazione)

(inspirazione)

AH
(espirazione)

(inspirazione)

HUM
(espirazione)

(inspirazione)

HRIH
(espirazione)

2. Abbinate le prime due sillabe nella stessa espirazione, cercando di dedicare lo stesso spazio a entrambe. I passaggi dall’una all’altra sono lenti e curati nei particolari. Ripetete almeno tre volte per ognuna.

(inspirazione)

OM-AH
(espirazione)

(inspirazione)

HUM-HRIH
(espirazione)

3. Unite le quattro sillabe nella stessa espirazione, completando il canto del mantra. Abbiate cura di non rimanere senza fiato nell’ultima sillaba. Calibrate attentamente la durata di ogni sillaba in base alla durata dell’espirazione. I passaggi da una vocale all’altra sono continui ma molto lenti. Ripetere l’intero mantra almeno sei volte.

(inspirazione)

OM-AH-HUM-HRIH
(espirazione)

4. Dopo aver cantato ripetutamente il mantra completo, potete decidere intuitivamente di soffermarvi su una vocale, o nel passaggio da una vocale all’altra, lasciandovi andare alla pura esperienza del suono, degli armonici. Non condizionate la vostra scelta ma lasciate che avvenga naturalmente. In seguito potete riprendere il mantra completo e soffermarvi ancora. Lasciate che sia il piacere che provate nel canto a guidarvi.

5. Rimanete in silenzio, in ascolto, per almeno 5 minuti.

6. Stendetevi per terra, supini. Stiracchiatevi e ritrovate il contatto con il vostro corpo e con il movimento.


Di seguito, riporto il passo completo de Il Libro Tibetano dei Morti, dove vengono descritte le quattro iniziazioni con l’uso dei mantra sopra descritti. Il Libro Tibetano dei Morti è un testo esoterico meraviglioso, ricco di intuizioni profonde. Non leggetelo come un testo religioso, ma come un testo di apertura del cuore e della mente, e traetene ispirazione per la realizzazione del rituale vocale con OM.

More about Il libro tibetano dei morti

Il ricevimento delle quattro iniziazioni
(da Il Libro Tibetano Dei Morti, ed. Mondadori)

Mentre si ricevono le quattro iniziazioni bisogna eseguire la seguente meditazione:

Dalla corona del maestro spirituale in unione con la consorte,
Una bianca sillaba OM, [che irradia] raggi di luce,
Discende nel punto intermedio tra le mie sopracciglia,
E quindi io ricevo l’iniziazione del vaso e purifico gli oscuramenti del corpo.
Ti prego di conferir[mi] le qualità del corpo buddhico!

Dalla gola del maestro spirituale in unione con la consorte,
Una rossa sillaba AH, [che irradia] raggi di luce,
Discende nella facoltà sensoriale della mia lingua,
E quindi io ricevo l’iniziazione segreta e purifico gli oscuramenti della parola.
Ti prego di conferir[mi] le qualità della parola buddhica!

Dal cuore del maestro spirituale in unione con la consorte,
Una sillaba blu HUM, [che irradia] raggi di luce,
Discende nel centro del mio cuore,
E quindi io ricevo l’iniziazione della saggezza originaria e purifico gli oscuramenti della mente.
Ti prego di conferir[mi] le qualità della mente buddhica!

Dall’ombelico del maestro spirituale in unione con la consorte,
Una rossa sillaba HRIH, [che irradia] raggi di luce,
Discende nel centro del mio ombelico,
E quindi io purifico gli oscuramenti che differenziano [nel mondo] il corpo, la parola e la mente,
Ricevendo la quarta iniziazione dell’indivisibile coemergenza.

O glorioso e prezioso maestro-radice,
Sii indissolubilmente presente, [seduto] per sempre sul pistillo di un loto entro il mio cuore!
Grazie alla tua grande gentilezza, ti prego di accettarmi
E di conferir[mi] le facoltà del corpo, della parola e della mente buddhici!

Possiamo diventare proprio come te, glorioso maestro spirituale,
Assomigliarti esattamente nel corpo, nel seguito, nella durata della vita, nei campi buddhici,
E nei tuoi supremi e nobili marchi maggiori.

Questi versi, che costituiscono la pratica preliminare delle Divinità Pacifiche e Irate: un profondo insegnamento sacro, [intitolato] liberazione naturale attraverso [il riconoscimento dell’]intenzione illuminata, possono essere utilizzati come metodo preliminare nel corso della purificazione mentale.
Questa pratica spirituale dell’insuperato Veicolo Maggiore (Mahayana) è un insegnamento orale di [Nyinda] Choje Lingpa, il primogenito dello scopritore di tesori Karma Lingpa; e fu messa per iscritto da Guru Suryacandrarasmi [Nyinda Ozer].

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