giovedì 28 maggio 2009

Silenzio

La copertina di un disco di Joao Gilberto

La musica fa ritornare al silenzio.
È uno degli obiettivi più importanti di un percorso di musicoterapia.
Lo sappiamo, è banale, la musica nasce dal silenzio e torna al silenzio. Come la vita.
Riempiamo il quotidiano di rumore perché temiamo il vuoto, lo spazio, l’ascolto. Il silenzio ci spaventa.
La musica cura, la musica genera, la musica sviluppa, la musica… può essere una grande fuga.
Con la musica ci si può stordire e perdere. Che sia Bach, che sia John Coltrane.
Ascoltando Ascension, del sassofonista afro-americano, viene in mente la vita. Tutto quel rumore, quella cacofonia, che porta al silenzio. Ma nel mezzo, quanta sofferenza?
L’esperienza del suono può essere un ritorno all’ascolto profondo, può far scoprire la pace dell’armonia tra mente e corpo, dell’interruzione del continuo e logorante lavorio mentale, della sospensione del flusso ininterrotto dei pensieri.
Ma al silenzio e alla pace ci si arriva per gradi.
Nella pratica terapeutica, ho scoperto la disponibilità d’animo delle persone, una nuova apertura all’ascolto. Proposte musicali sorprendenti e anche lontanissime dalla loro cultura e abitudine possono essere accolte favorevolmente e generare sorpresa e nuova consapevolezza. Si può scoprire di aver bisogno di suoni nuovi, di musiche diverse, di ritmi e armonie inascoltate. Si può imparare a ricercare il silenzio passo dopo passo, come un cammino interiore. Rigenerante.
Il musicoterapeuta può far sorgere nel profondo della persona questa esigenze, questo nuovo desiderio. Come un faro che illumina un cammino.
Ma non può, non deve in nessun modo imporre un passo, colpevolizzare il rumore, sostituire un’identificazione con un’altra. Perché il silenzio, anch’esso, può diventare una fuga, nel momento in cui si traduce in sordità, isolamento e repressione. Quando è imposto.
Al suono, dal suono, col suono ci si muove. Che nasce dal silenzio e torna al silenzio. Come la vita. Si riscopre il silenzio. Si riscoprono i suoni e i ritmi della vita.


John Coltrane in silenzio

domenica 24 maggio 2009

Un'intervista e il metodo

Tulipani a Malcesine, primavera 2009



Quando la giornalista Silvia Turrin è venuta nel mio studio a provare in prima persona il massaggio sonoro (ho segnalato l'articolo in cui parla dell'esperienza qui) mi ha anche intervistato. Si è trattato di una piacevole chiacchierata, nella quale ho cercato di esporre a lei (e a me stesso) il metodo di lavoro che sto sviluppando nei percorsi individuali. Sul sito di Amadeus, Silvia Turrin ha appena pubblicato uno stralcio dell'intervista, che riporto interamente di seguito.

Guglielmo Nigro. L’esperienza totale della musica
di Silvia Turrin

Al centro dei suoi studi e della sua attività c’è il suono, inteso come strumento taumaturgico. A un determinato modello da seguire e portare avanti, preferisce un approccio interdisciplinare ed eclettico. Stiamo parlando del dott. Guglielmo Nigro, che avevamo intervistato in occasione di una seduta dedicata al massaggio sonoro al pianoforte. Psicologo e musicoterapeuta, ha frequentato la scuola del prof. Dario Benatti, ideatore di Musica Prima, associazione composta da insegnanti specializzati in varie discipline, che si prefigge di divulgare gli effetti terapeutici prodotti dalla musica in quelle persone soggette a patologie sia fisiche sia psichiche. Grazie all’approccio multiforme adottato dal prof. Benatti, Guglielmo Nigro è riuscito ad assorbire vari stimoli e un ampio sguardo verso la musicoterapia. Infatti, ha elaborato un percorso terapeutico del tutto personale, ancora in continua evoluzione, basato non solo sulla psicologia, psicoterapia e musicoterapia, ma anche su altre tecniche.
«Sono stato influenzato dalla bioenergetica di Lowen, che è stato il primo a riprendere gli insegnamenti di Reich riportando il corpo all’interno del contesto psicoterapeutico. Prima di Lowen, il corpo era stato completamente messo in un angolo. Si è arrivati agli eccessi di Lacan per il quale c’è solo il potere assoluto della parola. Credo invece che non ci sia un percorso di cura efficace che non passi attraverso il corpo. Non perché il corpo è preponderante sulla mente, ma perché l’una non può esistere senza l’altro. Il mio approccio risente inoltre della psicologia culturale di Bruner e, più in generale, mi baso su tutto quel filone collegato alla narrazione. Nel corso delle sedute, le persone raccontandosi, hanno modo di ricostruire la cronaca della loro vita nel contesto presente e ciò permette una riscoperta di sé».
Oltre a queste tecniche, il dott. Nigro impiega anche la meditazione dinamica, riadattata nell’ottica specifica in cui lavora, riutilizzata aggiungendo il suono e la musica.
«Secondo me, la parte più bella di questo mestiere consiste nell’elaborare un proprio percorso. Ritengo che nessun cammino di guarigione possa basarsi su un modello prefissato. Si parte da alcuni riferimenti, certo, ma il modello o i modelli bisogna personalizzarli in base agli studi e alla propria esperienza professionale».
Una delle tecniche principali da lui utilizzate è il massaggio sonoro al pianoforte, che ha scoperto grazie a seminari condotti dalla prof.ssa Giulia Cremaschi Trovesi, pioniera in questo campo, soprattutto nelle terapie con bambini non udenti.
Il dott. Nigro ha iniziato a sperimentarlo con bambini disabili, che avevano sindromi spastiche. «L’aspetto che ho notato attraverso questa pratica − sottolinea − è l’evidente riduzione del dolore. Inoltre, dopo il massaggio sonoro appaiono più flessibili ed è possibile muovere di più i loro arti. Partendo da questa fase iniziale, l’ho poi impiegato nel corso di sedute con persone che avevano dolore alla schiena, mal di testa. Adesso a 360 gradi lo sto inserendo sempre di più nei percorsi di psicoterapia che conduco nel mio studio».
Il massaggio sonoro al pianoforte può essere utilizzato in vari ambiti: per rilassare, per eliminare forme di stress, e in connessione a metodologie che lavorano sull’armatura psico-somatica. Questo perché agisce a vari livelli: fisico, psicologico ed energetico.
«La vibrazione sonora amplificata dalla cassa armonica del pianoforte entra in risonanza con il corpo e ne fa convibrare alcune parti, secondo il principio della lunghezza d’onda. I suoni più gravi hanno una lunghezza maggiore e fanno convibrare le ossa lunghe del corpo e i muscoli più lunghi o l’intestino. I suoni più acuti fanno convibrare per esempio il capo.
La vibrazione è benefica, poiché permette di riequilibrare l’energia, cioè le tensioni del corpo che si accumulano. C’è un effetto di rilassamento e di ridistribuzione di queste energie che sono localizzate normalmente in determinate zone. Da un punto di vista psicologico, la musica produce un rilassamento emozionale. Ha una potenza incredibile nell’unificare la mente e il corpo. Vengono bloccati vari meccanismi che producono stress e tolgono numerose energie».
Il dott. Nigro, accanto al massaggio sonoro al pianoforte, inserisce l’uso dei vocalizzi.
La persona che è distesa sul piano emette sillabe o canti appoggiandosi all’improvvisazione musicale. Questo tipo di interazione fra tecniche permette al soggetto di avvertire una profonda consapevolezza fisica nel presente, senza logorii mentali.
Il dott. Nigro ha lavorato molto con i bambini disabili, mentre negli ultimi anni sta focalizzando più il suo lavoro verso adulti che hanno importanti disturbi psicosomatici, con emicranie forti, con stati ansiosi, attacchi di panico, insonnia. Il suo approccio è in continua evoluzione, poiché dall’esperienza emergono nuove idee e considerazioni. Rimane fissa la musica, seppur improvvisata.
La musica agisce sull’emisfero destro, favorendo dinamiche emotive e creative. Molti suoi effetti sono ancora da scandagliare con attenzione, come le dinamiche mosse dai suoni nell’ambito della terapia del dolore, a livello neuro-endocrino. Un filone che lo stesso dott. Nigro sta studiando.

domenica 17 maggio 2009

Bibliografia minima

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Nota alla bibliografia:
Nell'appassionante ruolo di divulgatore della musicoterapia, delle sue numerose derive e sintesi, una delle domande più ricorrenti che mi vengono poste riguarda una bibliografia di riferimento, per approfondire, conoscere, studiare.

A causa di un approccio molto personale e disordinato al mio lavoro, non mi è facile indicare un elenco omogeneo di letture consigliate. Il numero di libri è naturalmente in costante crescita e, ahimè, solo una minima parte di essi riguardano in senso stretto la musicoterapia. Credo che sia importante avere uno sguardo aperto alla cultura, alla tecnica e alla conoscenza. Ogni spunto, per la pratica terapeutica, può rivelarsi utile e rigenerante.
Ho deciso quindi di elencare una lista di libri che verrà costantemente ampliata nel corso del tempo. Come dico sempre a mio figlio Gabo, si cresce sempre piano. Col tempo inserirò anche dei brevi commenti sui singoli testi.

domenica 3 maggio 2009

Voce e improvvisazione - Seminari a Barzanò (LC)

colline sopra Sirtori (LC) - inverno 2009

Segnalo con gioia due nuovi incontri presso il Centro Ricerche Yoga di Barzanò (LC), in via Monterosa, 21.
Il ciclo precedente è stato divertente e pieno di energia. Riprendiamo con due approfondimenti su voce e improvvisazione (vocale e strumentale). Agli incontri possono partecipare anche persone che non erano presenti al primo ciclo. Per cui, non ci sono scuse.
Si svolgeranno come i precedenti il sabato pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30.

Primo incontro - sabato 9 maggio

Secondo incontro - sabato 23 maggio

Per informazioni potete contattare il sottoscritto oppure rivolgervi al centro yoga. Trovate tutti i riferimenti al link di sopra.

sabato 2 maggio 2009

Esperienze di massaggio sonoro

Silvia Turrin torna a parlare del sottoscritto nella rubrica di musicoterapia di Amadeus online. La giornalista ha provato il massaggio sonoro nel mio studio e ha raccontato la sua esperienza in un articolo. Lo riporto per interezza qui sotto, e vi suggerisco di leggere la sua rubrica, sempre stimolante.



Il massaggio sonoro al pianoforte
di Silvia Turrin

«La sostanza del corpo è una sinfonia virtuale di frequenze, suoni e ritmi biologici, mentali ed emozionali che, nel loro fluire continuo, cercano di raggiungere e di mantenere lo stato di perfetto equilibrio». Così scrive Randall McClellan nel libro The healing forces of Music pubblicato nel 1993 (la cui edizione tradotta in italiano è attualmente non reperibile nei normali circuiti di distribuzione, quali librerie e siti specializzati). L’equilibrio psico-fisico viene indebolito da stress, da ritmi frenetici, o è minato da patologie più o meno gravi, quali emicranie, ipertensione, insonnia o attacchi di panico.
In questi casi, la musicoterapia può essere d’aiuto per riportare corpo e mente in una condizione ottimale. Uno dei metodi più coinvolgenti, piacevoli ed efficaci per ripristinare uno stato di benessere è il massaggio sonoro al pianoforte che utilizza, in termini pratici, il concetto di frequenze del suono. È ormai noto che determinati ritmi, melodie, vibrazioni acustiche agiscono a livello fisiologico e che le frequenze sonore sono in grado di “colpire” specifiche zone del corpo.
Come mette ben in evidenza McClellan nel volume citato, le frequenze possono essere terapeutiche, poiché “il suono è un’energia vibratoria che interagisce con l’energia delle strutture del corpo attraverso la risonanza”. Inoltre, “ogni struttura del corpo ha la propria frequenza di risonanza naturale”.
Partendo da questi e da altre teorie, è stato sviluppato il massaggio sonoro al pianoforte.
Per capire meglio le caratteristiche di questo approccio, l’ho voluto sperimentare personalmente.
Mi sono rivolta a Guglielmo Nigro, musicista e psicologo specializzatosi in musicoterapia attraverso corsi e seminari tenuti, fra gli altri, dal prof. Dario Benatti e dalla prof.ssa Giulia Cremaschi Trovesi. La professionalità del dott. Nigro intreccia altre discipline, quali bioenergetica, psicologia culturale di Bruner e meditazione dinamica, definibili olistiche, poiché considerano l’unità, non la dualità, tra mente e corpo. La tecnica del massaggio sonoro al pianoforte agisce anch’essa a livello globale, producendo effetti sul piano fisico e sulla parte più sottile (energetica) dell’uomo. Ci si distende sulla cassa armonica del pianoforte a coda, ricoperta da un telo, appoggiando testa e ginocchia su morbidi cuscini. Le luci vengono abbassate per agevolare il rilassamento. Si possono chiudere o lasciare aperti gli occhi, a discrezione del soggetto (io li ho chiusi). Una volta distesi, si rimane in silenzio per qualche istante, poi, inizia la musica. E a queste punto, l’esperienza non può che essere raccontata se non in modo personale.
Per 40 minuti sono stata avvolta dalle onde sonore del pianoforte. Sentivo non solo a livello uditivo, ma anche a livello fisico e vibratorio i tasti che si muovevano a seconda dell’accordo. La mia percezione sensoriale del suono andava oltre la pura dimensione acustica: è stata un’esperienza totale, poiché percepivo che determinate note toccavano la mia colonna vertebrale, altre andavano ancor più in profondità raggiungendo il plesso solare e altre ancora le ho avvertite intensamente nella zona cervicale. Man mano che la musica procedeva le sensazioni che provavo s’intensificavano sempre di più. Il respiro e il battito cardiaco era come si trovassero nella stessa condizione che precede il sonno, per cui dominava in me un totale senso di calma.
Questo tipo di massaggio, che prevede il contatto fra soggetto e strumento musicale, crea una con-vibrazione e sviluppa un dialogo sonoro tra le frequenze del corpo e quelle del piano. È particolarmente indicato per chi tende a pensare troppo, per chi impegna costantemente la mente o per chi, come si è già anticipato, presenta alcuni disturbi come mal di testa, insonnia, mal di schiena. Il “massaggio” avviene attraverso, e con i suoni, sprigionati in modo improvvisato. Non si ascoltano partiture conosciute, bensì la composizione, che varia nel ritmo, in altezza, in intensità, è assolutamente estemporanea, creata al momento e ispirata alle condizioni psico-fisiche della persona coinvolta nel massaggio.
Questa esperienza sonora agisce a livello olistico. Non solo favorisce il rilassamento muscolare, ma riduce quelle tensioni che portano alla cristallizzazione della corazza mentale e fisica, che influisce sullo stato di serenità.
Non ci sono ancora studi specifici che ne dimostrino l’efficacia, anche se, per riflesso, tutte le ricerche relative all’applicazione terapeutica delle frequenze confermano la capacità dei suoni di influenzare positivamente mente e corpo (si vedano per esempio, i lavori condotti da Chladni sulla cimatica e altri legati alla radionica).
Il massaggio sonoro al pianoforte è un approccio di musicoterapia sempre più considerato dagli addetti ai lavori, poiché si tratta di un metodo semplice ed indicato per generare uno stato di rilassamento e per riportare equilibrio interiore.
Tutti i testi di questo blog sono (c) di Guglielmo Nigro, salvo dove diversamente indicato. Puoi diffonderli a tuo piacere ma ti chiedo di indicare sempre la fonte e/o l'autore.