martedì 29 dicembre 2009

Radicamento 1


Radicamento, la base della vita

Ogni percorso di riequilibrio delle funzioni psico-fisiche dovrebbe partire da un lavoro di radicamento (grounding), o quanto meno da una verifica della condizione di radicamento della persona.
Radicamento vuol dire avere un rapporto costante, fluido e dinamico con la terra. Dal punto di vista bioenergetico significa permettere alla propria energia di circolare liberamente, senza blocchi funzionali, tra il corpo e il terreno che ci sostiene. Un’indicazione fondamentale è, come sempre, data dal respiro. Un radicamento efficace è associato a un respiro più profondo, dinamico e meno condizionato.
Secondo la tradizione della medicina orientale, il radicamento è possibile solo se si armonizza adeguatamente il primo chakra (Muladhara o della base), che rappresenta proprio la comunicazione del corpo con la Madre Terra.
Percorsi di cura e spirituali rischiano di complicarsi inutilmente senza un adeguato radicamento. È solo attraverso un solido appoggio a terra (energetico, fisico, funzionale, psicologico, simbolico, …) che è possibile risalire verso esplorazioni spirituali trasformative. Al contrario, la ricerca della spiritualità e dell’equilibrio senza radicamento può portare alla confusione, alla sensazione di perdersi, alla mancanza di concretezza nelle scelte di vita, all’illusione di una trasformazione, più che a un reale, strutturale cambiamento.


S-radicamento

Esistono alcuni importanti segnali di un radicamento inadeguato. In generale, si evidenzia una debolezza degli arti inferiori e/o una estrema rigidità degli stessi. Le persone possono avere una sensazione di instabilità e di incertezza, oppure un’eccessiva, patologica rigidità nelle scelte di vita. Sul piano psicologico, si caratterizza per un’eccessiva tendenza alla razionalizzazione e all’astrazione con relativa incapacità di semplificare, di riportare il pensiero all’azione. Può essere correlata a una forte vocazione spirituale che, se analizzata, può nascondere un profondo timore per la propria istintività, per la fisicità del proprio corpo, per i propri bisogni primari. Si associa spesso una tendenza alla depressione, alla passività, alla tristezza e a un profondo senso di non appartenenza.
Sul piano simbolico, manca in generale la comprensione della propria origine, della propria relazione con la Madre Terra, della gioia di vivere in rapporto agli altri esseri viventi. Manca anche la capacità di sentirsi positivamente nel fluire delle stagioni che si alternano nel corso dell’anno e nello scorrere della vita.

Dal punto di vista musicoterapeutico, un radicamento inadeguato può manifestarsi con una forte insofferenza, al limite del dolore, per le percussioni più gravi, per la musica molto ritmica e più tradizionale, armonicamente e melodicamente povera.
Vi è anche una grande staticità, che inibisce al ballo e al movimento creativo con la musica. Il ritmo musicale è trasferito alla parte superiore del corpo, con movimenti delle braccia, della testa e del busto, a fronte di una debolezza del passo, del battito dei piedi a terra, della capacità di saltare e muoversi velocemente nello spazio.
I suoni emessi con la voce perdono forza mano a mano che si fanno più gravi ma, contemporaneamente, non riescono a salire verso frequenze più alte. Verso il basso, vi è la difficoltà di rilassare la parte inferiore del corpo per dare spazio al suono e il diaframma appare privo di flessibilità. Il respiro manca di profondità. Verso l’alto, vi è l’incapacità di raccogliere le forze da terra, con i piedi e le gambe, alfine di sostenere la tensione del diaframma necessaria all’emissione di suoni più acuti. L’energia non arriva alla gola e alle corde vocali e i suoni acuti risultano deboli, incerti. Le persone sono spesso incapaci di urlare con forza. I suoni vocali sono quindi sospesi in un rassicurante registro medio.


Esperienze sonore di radicamento

Il rituale vocale 2
che ho descritto in precedenza, è un perfetto percorso di radicamento. Raccoglie i suoni e le energie dal cielo e dalla parte alta del corpo per riportarle gradualmente verso la parte inferiore del corpo e verso la terra. Se si vuole accorciare il rituale per mancanza di tempo, ma lavorare specificamente sul radicamento, è possibile realizzare esclusivamente gli ultimi 4 esercizi.

Per attivare il Chakra Muladhara è possibile utilizzare il suono LAM, cioè la lettera sanscrita «la» nasalizzata, pronunciata facendola risuonare nel naso, che corrisponde al bija-mantra (suono-seme) del dio Indra. Indra è il signore degli dei nel periodo più antico della civiltà indù, quello delle sacre raccolte dei Veda. LAM corrisponde al suono che ha dato origine alla prima manifestazione dell’energia potenziale di Brahma nella terra.

La nota normalmente associata al radicamento è il DO. La vocale da utilizzare per le vocalizzazioni è la U. Non credo tuttavia che l’intonazione in DO debba essere necessariamente quella adatta a tutti. Credo che in questo caso si debba piuttosto parlare di intonazione di base. Quindi, è utile che ogni persona ricerchi la propria intonazione di base di un particolare momento e utilizzare la nota fondamentale come punto di riferimento. Per trovare la propria intonazione di base, è possibile ricercare ogni mattina al risveglio la prima nota spontanea bassa che si riesce a emettere senza alcuno sforzo. Dopo aver trovato la nota con l’aiuto di uno strumento melodico intonato in DO (flauto, pianoforte, …), è sufficiente cantare l’inizio del celebre canone di “Fra' Martino”, che si muove sulle prime tre note della scala maggiore. Quella che emerge magicamente dalla bocca è l’intonazione spontanea di base della persona in quel preciso momento. Ripetendo la ricerca per più giorni di fila, si noterà la permanenza in una particolare intonazione.
Quindi, se la vostra intonazione di base non è in DO maggiore, ma in LA, per esempio, sarà utile intonare vocalizzi con la vocale U sulla nota LA.
Solo successivamente, potrà essere importante cercare di spostare l’intonazione spontanea verso il basso o verso l’alto, per avvicinarsi al DO.

Ho infine ideato un semplice, divertente e coinvolgente percorso di danza-movimentoterapia che permette di lavorare con estrema efficacia sul radicamento. Mi riservo di esporlo in un prossimo articolo, dove darò anche alcuni suggerimenti per la scelta più adatta di una musica funzionale a un percorso di grounding.

martedì 1 dicembre 2009

Rituale vocale 4 - OM


Premessa

Secondo la tradizione induista, l'OM (o AUM) è il suono primordiale, la prima manifestazione della divinità. Rappresenta anche il mantra per eccellenza, per cui precede molte altre formulazioni.
Nella tradizione tibetana, esso è parte di un mantra più lungo, OM AH HUM HRIH, che è la rappresentazione delle quattro iniziazioni, secondo Il Libro Tibetano dei Morti.
Dal punto di vista fonetico, l’OM è composto da due vocali, la O e la M (quest'ultima considerata appunto una vocale).
Dal punto di vista musicale, il mantra è semplice da riprodurre con la voce, semplice da ricordare, si può cantare a bassa voce ed essendo per lo più a bocca chiusa (mmm) risuona internamente, sviluppando l’ascolto attraverso l’orecchio interno e riverberando all'altezza della corona (o settimo chakra, l'estremita superiore del capo).

Il rituale che propongo si realizza con l’OM più altre tre sillabe che secondo quanto descritto appunto ne Il Libro Tibetano dei Morti, rappresentano l’unificazione profonda di corpo, parola e mente.
Propongo una sequenza semplice, che permette passo a passo di familiarizzare con il mantra, di sviluppare concentrazione e attenzione all’emissione.
Il risultato che si ottiene sul proprio equilibrio psico-fisico è profondo e dinamico, soprattutto se il rituale viene ripetuto giornalmente per un certo periodo di tempo (almeno un mese), ed è guidato dalla trasformazione del respiro.
Un’indicazione precisa importantissima: non concentratevi sul respiro, ma sull’emissione del suono. Affinate sempre di più la qualità del suono che emettete, che può raggiungere un livello di cura inatteso all’inizio (nella dinamica, nella costanza, nella durata, ecc.).

Cantate seduti, in posizione comoda, con le spalle e la gola rilassate e la schiena naturalmente diritta.

Le sillabe, come sono descritte di seguito, devono essere cantate a mezzavoce per tutta la durata dell’espirazione, senza fatica, con delicata attenzione. Cercate di non avere interruzioni. Cantate il mantra a ogni espirazione. Se tuttavia vi sentite affaticati, senza fiato o in tensione, senza perdere la concentrazione, interrompete il canto, aspettate che il respiro torni regolare e ricominciate.
Il passaggio da una vocale all’altra e da una sillaba all’altra deve essere lento, quasi impercettibile. Bocca, gola e lingua modificano la propria configurazione lentamente, senza forza e senza passaggi bruschi. Nei passaggi da una vocale all’altra, avviene la trasformazione, il suono si colora di armonici e la mente si apre alle intuizioni.

Descrizione del mantra

OM – Rappresenta il corpo illuminato. Si può visualizzare una luce bianca che si irradia dal punto intermedio tra le due sopracciglia. Nella stessa espirazione, la M ha durata doppia della O.

AH – Rappresenta la parola illuminata. Si può visualizzare una luce rossa che si irradia dalla gola. La A parte dal petto, attraversando la gola rilassata, in un canale aperto che permette una chiara circolazione. Non forzate il suono. La gola ne risentirebbe.

HUM – Rappresenta la mente illuminata. Si può visualizzare una luce blu che si irradia dal cuore. Nella stessa espirazione, la M ha durata doppia della U.

HRIH – Rappresenta l’unione di mente, corpo e parola illuminate. Si può visualizzare una luce rossa che si irradia dal centro dell’ombelico. La R è una consonante di passaggio. È quasi silenziosa, con la lingua che si appoggia leggermente al palato senza chiudersi del tutto. Muovendo lentamente la lingua sul palato, emettendo la I, è possibile far sorgere una grande ricchezza di armonici.

Sequenza degli esercizi
La semplice sequenza che segue parte dalla familiarizzazione con le singole sillabe del mantra, fino al canto del mantra completo in una sola espirazione. Progressivamente, sviluppando i passaggi da una sillaba all’altra, si allunga la durata dell’espirazione, con il corpo e la mente che si calmano, e il respiro che si fa più profondo.
Ricordate di concentrarvi sul suono e non sul respiro. La cura è tutta rivolta all’unità col suono.

1. Eseguite singolarmente le quattro sillabe. Per ogni espirazione una sillaba. Ripetete almeno tre volte per ognuna.

(inspirazione)

OM
(espirazione)

(inspirazione)

AH
(espirazione)

(inspirazione)

HUM
(espirazione)

(inspirazione)

HRIH
(espirazione)

2. Abbinate le prime due sillabe nella stessa espirazione, cercando di dedicare lo stesso spazio a entrambe. I passaggi dall’una all’altra sono lenti e curati nei particolari. Ripetete almeno tre volte per ognuna.

(inspirazione)

OM-AH
(espirazione)

(inspirazione)

HUM-HRIH
(espirazione)

3. Unite le quattro sillabe nella stessa espirazione, completando il canto del mantra. Abbiate cura di non rimanere senza fiato nell’ultima sillaba. Calibrate attentamente la durata di ogni sillaba in base alla durata dell’espirazione. I passaggi da una vocale all’altra sono continui ma molto lenti. Ripetere l’intero mantra almeno sei volte.

(inspirazione)

OM-AH-HUM-HRIH
(espirazione)

4. Dopo aver cantato ripetutamente il mantra completo, potete decidere intuitivamente di soffermarvi su una vocale, o nel passaggio da una vocale all’altra, lasciandovi andare alla pura esperienza del suono, degli armonici. Non condizionate la vostra scelta ma lasciate che avvenga naturalmente. In seguito potete riprendere il mantra completo e soffermarvi ancora. Lasciate che sia il piacere che provate nel canto a guidarvi.

5. Rimanete in silenzio, in ascolto, per almeno 5 minuti.

6. Stendetevi per terra, supini. Stiracchiatevi e ritrovate il contatto con il vostro corpo e con il movimento.


Di seguito, riporto il passo completo de Il Libro Tibetano dei Morti, dove vengono descritte le quattro iniziazioni con l’uso dei mantra sopra descritti. Il Libro Tibetano dei Morti è un testo esoterico meraviglioso, ricco di intuizioni profonde. Non leggetelo come un testo religioso, ma come un testo di apertura del cuore e della mente, e traetene ispirazione per la realizzazione del rituale vocale con OM.

More about Il libro tibetano dei morti

Il ricevimento delle quattro iniziazioni
(da Il Libro Tibetano Dei Morti, ed. Mondadori)

Mentre si ricevono le quattro iniziazioni bisogna eseguire la seguente meditazione:

Dalla corona del maestro spirituale in unione con la consorte,
Una bianca sillaba OM, [che irradia] raggi di luce,
Discende nel punto intermedio tra le mie sopracciglia,
E quindi io ricevo l’iniziazione del vaso e purifico gli oscuramenti del corpo.
Ti prego di conferir[mi] le qualità del corpo buddhico!

Dalla gola del maestro spirituale in unione con la consorte,
Una rossa sillaba AH, [che irradia] raggi di luce,
Discende nella facoltà sensoriale della mia lingua,
E quindi io ricevo l’iniziazione segreta e purifico gli oscuramenti della parola.
Ti prego di conferir[mi] le qualità della parola buddhica!

Dal cuore del maestro spirituale in unione con la consorte,
Una sillaba blu HUM, [che irradia] raggi di luce,
Discende nel centro del mio cuore,
E quindi io ricevo l’iniziazione della saggezza originaria e purifico gli oscuramenti della mente.
Ti prego di conferir[mi] le qualità della mente buddhica!

Dall’ombelico del maestro spirituale in unione con la consorte,
Una rossa sillaba HRIH, [che irradia] raggi di luce,
Discende nel centro del mio ombelico,
E quindi io purifico gli oscuramenti che differenziano [nel mondo] il corpo, la parola e la mente,
Ricevendo la quarta iniziazione dell’indivisibile coemergenza.

O glorioso e prezioso maestro-radice,
Sii indissolubilmente presente, [seduto] per sempre sul pistillo di un loto entro il mio cuore!
Grazie alla tua grande gentilezza, ti prego di accettarmi
E di conferir[mi] le facoltà del corpo, della parola e della mente buddhici!

Possiamo diventare proprio come te, glorioso maestro spirituale,
Assomigliarti esattamente nel corpo, nel seguito, nella durata della vita, nei campi buddhici,
E nei tuoi supremi e nobili marchi maggiori.

Questi versi, che costituiscono la pratica preliminare delle Divinità Pacifiche e Irate: un profondo insegnamento sacro, [intitolato] liberazione naturale attraverso [il riconoscimento dell’]intenzione illuminata, possono essere utilizzati come metodo preliminare nel corso della purificazione mentale.
Questa pratica spirituale dell’insuperato Veicolo Maggiore (Mahayana) è un insegnamento orale di [Nyinda] Choje Lingpa, il primogenito dello scopritore di tesori Karma Lingpa; e fu messa per iscritto da Guru Suryacandrarasmi [Nyinda Ozer].

martedì 24 novembre 2009

Musica e trasformazione - Conferenza alla Scuola SIMO



Prende il via una nuova collaborazione, di cui sono molto felice.
Si tratta della scuola di Naturopatia Indovedica SIMO di Milano, in via Col di Lana 6/a.
Giovedì 26 novembre, a partire dalle ore 21, terrò una conferenza gratuita aperta a tutti, nella quale si parlerà di Musica e Trasformazione, per un approccio olistico all'esperienza del suono e della musica come occasione di sviluppo personale, psicologico, somatico e spirituale.
Particolare attenzione verrà dedicata alle caratteristiche curative del suono e all'uso della voce come metodo di trasformazione personale.


martedì 20 ottobre 2009

La gioia del suono - Scopri Coop

Sono felice di presentare un nuovo ciclo di incontri allo spazio Scopri Coop presso la Coop di Milano, via Arona.

Ecco il programma:

23 ottobre -30 ottobre
Spunto di musicoterapia: la relazione tra il paesaggio sonoro esterno e il mondo sonoro interiore
Esperienze sonore: ascolti musicali finalizzati al riconoscimento e al dialogo di sé col mondo
Indicazioni per il proprio benessere: maggiore consapevolezza nella scelta della musica (e dei suoni) più adatta nei vari momenti di vita; la gioia del corpo che si muove e si esprime con la musica

6 novembre - 13 novembre
Spunto di musicoterapia: il canto per alleggerire le tensioni psico-fisiche e l’ansia
Esperienze sonore: esercizi vocali, improvvisazione vocale intuitiva e dialogo tra voce, corpo e mente
Indicazioni per il proprio benessere: esercizi utili a lavorare su stati specifici di disagio e sulle somatizzazioni; la gioia di liberare la propria voce per liberare le gabbie emotive

20 novembre - 27 novembre - 4 dicembre
Spunto di musicoterapia: l’improvvisazione vocale e strumentale per un efficace dialogo espressivo con sé stessi e con gli altri
Esperienze sonore: improvvisazione secondo la tecnica del dialogo sonoro; utilizzo di percussioni e voce in percorsi sonori inediti
Indicazioni per il proprio benessere: la gioia della condivisione di esperienze emotive significative; il recupero del gioco come libera espressione creativa
11 dicembre - 18 dicembre
Spunto di musicoterapia: la creazione di nuove strutture musicali attraverso l’incontro con opere (musicali, visive, ecc.) già esistenti
Esperienze sonore: creare musica inedita all’interno di una cornice di riferimento; dare forma e struttura all’improvvisazione
Indicazioni per il proprio benessere: la gioia della collaborazione per la realizzazione di un progetto comune e della cooperazione per dar forma alla libera creatività

Corso riservato ai soci Coop e Atl: massimo 20 partecipanti costo euro 45,00
Per informazioni e iscrizioni: ufficio soci coop via Arona, 15 (Milano) 02.31828200
orari lun-ven: ore 9.00-13.00 ; 15.00-19.00 sabato: ore 9.00-19.00

venerdì 18 settembre 2009

Libreria La Cicala - laboratori di musicoterapia


A Merate esiste una libreria specializzata per ragazzi e insegnanti che propone libri davvero particolari e originali. Una visita è d'obbligo, per curiosare e chiacchierare con le proprietarie, competenti e stimolanti.

La libreria, da tempo, propone anche incontri e seminari per adulti (genitori e non) e per bambini e ragazzi, sulle arti visive, sull'arteterapia, sulle fiabe e, da quest'anno, sulla musicoterapia.

La sera di martedì 27 ottobre, realizzerò un seminario di introduzione alla musicoterapia, aperto a tutti e che vorrebbe essere la prima di una serie differenziata di proposte, per bimbi e adulti.

In novembre, i pomeriggi di sabato 14 e sabato 28 (dalle 16 alle 17,30), terrò due laboratori di musicoterapia per bambini (dai 6 agli 8 anni), per esplorare i suoni, gli strumenti e giocare con le infinite possibilità della musica. Balli, improvvisazioni musicali, canti e incontri. Sarà necessario iscriversi, contattando la libreria.

Tutte le novità (e altre interessanti notizie) sono reperibili sul sito de La Cicala, e verranno da me segnalata per tempo.

Crams di Monticello - lezioni di pianoforte


Comunico che da ottobre di quest'anno si avvia una mia nuova collaborazione, con il Crams di Monticello B.za.
Il Centro Ricerca Arte Musica e Spettacolo, da sempre attento allo sviluppo di un'educazione musicale moderna e aperta, propone lezioni di musica (e di pianoforte, nel mio specifico) che favoriscono il rapporto col suono, l'esperienza del suonare come incontro e scambio.
La didattica sarà quindi pensata in relazione alle esigenze specifiche di ogni persona che avvia (o prosegue) un percorso di apprendimento dello strumento. Tale impostazione è aperta e favorisce lo sviluppo di tecniche strumentali, riabilitative ed educative anche per le persone portatrici di handicap fisici o psichici.

Per informazioni, potete telefonare alla segreteria del Crams di Monticello B.za (via S. Michele 1 - 039 9205332) o contattarmi.

venerdì 7 agosto 2009

Massaggio sonoro in gravidanza


Ologramma e nascita
L’approccio olistico alla cura e al benessere psico-fisico si è caratterizzato nel tempo per alcune metafore molto efficaci. Una delle più recenti è quella dell’ologramma.
Come risulta evidente da alcune tecniche e approcci specifici, ogni parte del nostro corpo può essere vista come una parte specifica e funzionalmente distinta dalle altre e, al contempo, come una piccola rappresentazione del tutto. L’agopuntura, la riflessologia, l’iridologia, ecc. confermano continuamente come lavorare su una parte localizzata del corpo permette di lavorare su corpo e mente nella sua interezza. In questo senso, orecchio, occhio, piede, mani, glutei, … sono tutte parti ologrammatiche del corpo intero. Come è noto infatti, ogni parte di un ologramma ripresenta l’immagine intera dell’ologramma stesso.
Trovo che questa metafora sia ancora più profonda e significativa per riflettere sull’interconnessione tra musica, suono e gravidanza.
Da molti punti di vista, possiamo immaginare il futuro nascituro come un ologramma dei propri genitori, in quanto rappresentativo di entrambi, loro continuazione psico-fisica, loro eredità. La vita, con ogni nascita, si rinnova attraverso nuovi riflessi che rappresentano e rinnovano il rapporto con gli antenati, di sangue e spirituali. Il feto, inoltre, è un organismo vivente che è parte integrante del corpo materno. In un gioco di riflessi meraviglioso, il feto contiene la madre (e il padre) in quanto sua continuazione, e la madre contiene il feto nel suo grembo.

Massaggio sonoro al pianoforte in gravidanza
Durante una seduta di massaggio sonoro al pianoforte, il suono avvolge quindi la madre che avvolge il feto. Il suono, attraverso le vibrazioni e le risonanze, entra in relazione fisica ed emotiva diretta con entrambi, in un processo simbiotico accogliente e rigenerativo.
Come ampiamente verificato, dal quinto mese di gestazione il feto è in grado di rispondere a segnali sonori diretti, in particolare la voce della madre, ma è già dalle primissime fasi di vita che il suono, per le sue caratteristiche, in quanto energia che si propaga nello spazio con moto ondulatorio, contatta direttamente le cellule del nascituro. Tale stimolazione, in quanto condivisa, compartecipata dalla madre, amplifica e rinforza il legame che li unisce. Se al massaggio sonoro si aggiungono i vocalizzi materni, il feto apprende le prime esperienze sonore significative seguendo la voce guida della madre, iniziando precocemente un dialogo che sboccerà negli anni a venire.

Il dialogo sonoro sviluppato in fase prenatale (con il massaggio sonoro e con i canti materni) favorisce uno sviluppo psicofisico del bambino più equilibrato. La musica è un facilitatore straordinario per lo sviluppo cellulare, organico e mentale: è sostegno emotivo; è energia benefica e rigenerativa; è contenitore psichico e rappresentativo; è materia comune di scambio, contesto condiviso sul quale sviluppare la comunicazione e la crescita; è una struttura organizzata emotivamente significativa che favorisce l’orientamento spaziale e temporale, quindi la crescita motoria e cognitiva; è una stimolazione che permette di sviluppare positivamente la memoria, la capacità di concentrazione, la creatività e le attitudini logico – matematiche.

Consapevolezza, rilassamento e risorse
I blocchi armonici e ritmici e i diversi registri attraverso i quali si sviluppa l’improvvisazione musicale al pianoforte durante una terapia, permettono di stimolare in modo selettivo alcune parti del corpo della madre e di contattare in modo differenziato il feto. Tale modalità favorisce lo sviluppo della consapevolezza materna, che ascolta le reazioni nel proprio corpo e le risposte emotive e razionali nella propria mente, portando progressivamente la madre a un ascolto profondo del proprio corpo che cambia, dei movimenti intra-uterini, delle tensioni fisiche provocate dalle trasformazioni fisiologiche. Inoltre, ansie, timori e logorii mentali abituali si tacitano, in quel silenzio della mente che è ritorno alla complementarietà positiva di corpo-mente, permettendo la diffusione nel corpo di uno stato di pace e benessere che investe completamente anche il feto. Mamma e bambino condividono quindi una precoce esperienza di armonia, con la madre che perde la propria frammentarietà di vita e si ricongiunge a se stessa e alla nuova vita che sta crescendo dentro di lei. Tale esperienza, così complessa da rappresentare e raccontare, è regolarmente ed efficacemente espressa dal corpo, che calma il proprio respiro, che si allunga naturalmente, che si fa pesante nel suo ricadere abbandonato sulla cassa armonica, che si fa al contempo leggero perché dismette temporaneamente la propria armatura psico-fisica, che trova nel rilassamento del viso, nel sorriso, negli sbadigli un diverso ritmo di vita e si apre, senza difese rituali, alle sorprese che questa particolare fase della vita riserva ogni giorno.

E il padre?
Il padre c’è, dovrebbe esserci. Può partecipare alla seduta stendendosi anch’egli accanto alla madre, sul pianoforte, oppure stando accanto, in piedi, mantenendo un contatto fisico con la madre. Può collaborare attivamente al dialogo sonoro vocalizzando a livello del feto, insieme alla madre, aprendosi a una relazione inedita forte, che unisce e prepara ad affrontare le rivoluzioni post-parto.
Egli può rinnovare l’esperienza del dialogo a casa, nell’intimità della camera da letto, vocalizzando per brevi periodi insieme alla madre. A livello psicologico, tale percorso permette al padre di non sentirsi escluso da una trasformazione che molto spesso appare (erroneamente) a due e nella quale, invece, il ruolo del padre è fondamentale per sostenere, consolidare, rielaborare. Il percorso può inoltre rappresentare un’efficace preparazione all’evento travaglio, dove il padre può essere attivo supporto alle fatiche materne.


è possibile prenotare una seduta di massaggio sonoro presso il mio studio.
potete anche contattarmi per valutare percorsi personalizzati di accompagamento al parto.

Imparare uno strumento o imparare a suonare?


Accade che nel mio lavoro si facciano diversi incontri.
Ogni incontro porta a riflettere sul valore che ha la musica nella nostra vita, nella nostra società e nella nostra intimità. So che, per ragioni misteriose, troppo spesso fare musica e fare esperienza del suono rimangono cose separate. Chi insegna musica, a tutti i livelli, dimentica che essa nasce dalla combinazione di suoni, dalla produzione ed emissione di suoni, che sono entità fisiche concrete, non volatili esperienze uditive e basta. Il suono è una forma di energia ben caratterizzata e descritta, di cui è possibile fare esperienza ben oltre la tecnica strumentale e l’ascolto con le orecchie.
È per questa ragione che, quando insegno il pianoforte, cerco di offrire esperienze sonore e musicali multiformi, che passano dall’uso delle percussioni, al massaggio sonoro, al movimento con il corpo. Perché è importante comprendere intimamente da subito che, se un adulto deve affrontare un passaggio pianistico con una ritmica complessa, oppure un bambino fatica a suonare a tempo regolare quattro note in una battuta, non è sufficiente il coordinamento motorio delle mani. Il rapporto tra il ritmo, il tempo e il movimento ha radici più profonde. Questo punto di vista non solo facilita l’apprendimento, ma permette di trasformare una lezione di strumento in un’esperienza significativa per il proprio mondo psico-fisico.
Questi temi sono ancora più importanti se l’insegnamento di uno strumento è indirizzato a persone portatrici di handicap psichici o fisici, dove lo sviluppo di una didattica e di un percorso tecnico non può per sua natura essere tradizionale, precostituito o predefinito. I limiti della persona diventano stimoli a trovare modalità differenti di apprendimento e di approccio allo strumento.
Altrimenti, che si tratti di persone normo-dotate o portatrici di handicap, c’è il rischio che l’esperienza didattica con la musica si riveli piena di frustrazioni e amplifichi le proprie personali insicurezze. Perché suonare uno strumento è difficile, è impegnativo e richiede una motivazione molto alta. Ma può rivelarsi anche tremendamente divertente, da subito.

E arrivo all’incontro. Ho avuto il piacere, recentemente, di conoscere un uomo, ormai quasi sessantenne, con una sua storia, una sua parabola di vita, una sua idea del mondo e dell’esistenza, che mi ha portato le sue emozioni e, certamente, le sue frustrazioni a piene mani.
Di tutti i problemi in cui un uomo di quella età, con quella esperienza, può ritrovarsi invischiato, lui ha “deciso” dovesse essere il suo rapporto con la musica e con il suonare il pianoforte. In anni e anni di “lotta” col suono, ha maturato un timore profondo verso lo strumento e verso la propria musicalità. Ho osservato, suona come se i tasti scottassero. Ha una discreta tecnica di base, sviluppata in percorsi multiformi e grazie a una grande tenacia, ma raramente riesce a provare una sana, piena soddisfazione nel suonare. Eppure ci torna, a testa bassa, perché per lui suonare è diventata una questione esistenziale.
La vicenda personale, probabilmente, ha molte sfaccettature e potrebbe trovare una soluzione con un percorso che gli permetta di rinnovare, di re-inventare il suo rapporto con il suono, attraverso un approccio più immediato, passionale, aperto, consapevole e fisico, con l’uso di esperienze di dialogo sonoro e di improvvisazione che smontino le sue idee circa ciò che è bello e accettabile in musica, ciò che è inadeguato e non all’altezza, iniziando da un’immersione sonora con il massaggio al pianoforte.
Ma al di là della vicenda personale, l’incontro mi ha permesso di focalizzare alcune idee, che elenco una dopo l’altra, senza ulteriore approfondimento e distanziandole l’una dall’altra, per dare spazio e fiato:

non può esistere una didattica strumentale immutabile a prescindere da chi vuole imparare;

il suono conserva, anche dopo anni di esperienze, un’ombra misteriosa, che può diventare davvero spaventosa;

dietro a quest’ombra, dentro a essa, si nascondono anche tutte le risorse per affrontare e risolvere quelle stesse paure;

nei percorsi di crescita, quali essi siano, la competizione, prima con se stessi, poi con gli altri, è sempre presente, al punto da generare conflitto personale e autentico sconforto;

in ambito musicale, i modelli di riferimento che si costruiscono e definiscono nel tempo sono fortissimi e molto condizionanti, e sono il segno di un clima culturale ancora oggi terribilmente competitivo e, in definitiva, aggressivo (il film di Michael Haneke, La Pianista, ne è una buona esemplificazione estrema e patologica);

la musica non è un sapere astratto e la tecnica non è il cuore della musica. Il cuore della musica è il suono.



Potete contattarmi per informazioni sull’insegnamento del pianoforte o per percorsi propedeutici all’apprendimento musicale.

martedì 14 luglio 2009

Arci Lecco 2009-2010 - Terapie individuali e seminari


Prosegue anche nella nuova annata 2009-2010 la mia collaborazione con l'Arci Lecco.
All'indirizzo internet dell'Arci potete scaricare il volantino con tutte le iniziative del nuovo anno.

Per quanto mi riguarda, si comincia con due iniziative:

- Terapie individuali su prenotazione - utilizzo di tecniche di musicoterapia per lo sviluppo di un percorso di consapevolezza, per il benessere psicofisico complessivo della persona, per migliorare l'equilibrio energetico personale, per ridurre le manifestazioni psico-somatiche, per il rilassamento.

- I paesaggi sonori - primo incontro di introduzione alla musicoterapia della durata di 3 ore. Giorno da definire.

Ci sono due date che dovete appuntarvi se siete interessati.
Domenica 20 settembre dalle 17.30 alle 19.30 ci sarà la presentazione dei corsi e dei seminari.
Domenica 27 settembre dalle 15.30 alle 18.30 ci sarà l'open day benessere, con la presentazione delle terapia individuali.
Non mancate.

lunedì 1 giugno 2009

Naviglio a Vapore - Attività musicoterapia 2009-2010



Sono lieto di annunciare che prosegue la mia collaborazione con Il Naviglio a Vapore di Milano. Come potete leggere dal sito, il Naviglio a Vapore è un nido che è anche un laboratorio di idee e di progetti.

Stiamo definendo tre proposte di musicoterapia per il 2009-2010, che inizieranno nel prossimo autunno.

In estrema sintesi i progetti sono i seguenti:

1) Introduzione alla musicoterapia
Un ciclo di 5 incontri di introduzione alla musicoterapia, ai suoi approcci e alla sua efficacia. Sarà rivolto agli adulti. In ogni incontro si toccherà un tema diverso:

Primo incontro – Il Paesaggio Sonoro
Secondo incontro – Il suono curativo: Massaggio Sonoro al pianoforte
Terzo incontro – La voce e il canto
Quarto e quinto incontro – Improvvisazione e Dialogo Sonoro

2) Laboratori musicali ed esperienziali
Percorsi espressivi per bambini dai 4 ai 10 anni. Si terranno nei week-end (il sabato o la domenica in date da definire) e avranno durata di un'ora e mezza. I bambini faranno esperienze sonore, musicali ed espressive, con l’utilizzo di materiali sonori di diversa origine e specie, di percussioni e della voce.
Si cercherà di sviluppare i primi rapporti significativi con la musicalità personale e l’espressività sonora attraverso il gioco e l’apprendimento sinestetico.

3) Musicoterapia e gravidanza
Un percorso di consapevolezza e ascolto profondo dello sviluppo intrauterino del bambino in gestazione rivolto alle future madri (e ai padri). Si cercherà di sviluppare competenze genitoriali per favorire una partecipazione armonica all’evento-parto e che permetta di vivere l’esperienza nella sua interezza. Con la musica, il canto e il movimento della madre (e del padre), si vorrà favorire lo sviluppo precoce delle competenze e delle capacità del bimbo, attraverso un dialogo sonoro che ha inizio prima della nascita e che prosegue fino al secondo mese dopo la nascita. Si svilupperà l'apprendimento di tecniche vocali specifiche per la gestione del dolore durante le contrazioni, per il rilassamento e il recupero delle energie durante il travaglio. Si svilupperà l'ascolto, l'espressione e la comprensione della complessità multiforme delle emozioni della madre (e del padre) in attesa del proprio figlio. Sarà un percorso complementare ai normali corsi pre-parto e sarà rivolto anche a chi ha già avuto un primo figlio.

Per avere informazioni dettagliate in merito a contenuti, date e costi o per prenotazioni, potete contattare il sottoscritto o il Naviglio a Vapore (i contatti li trovate sul sito).

giovedì 28 maggio 2009

Silenzio

La copertina di un disco di Joao Gilberto

La musica fa ritornare al silenzio.
È uno degli obiettivi più importanti di un percorso di musicoterapia.
Lo sappiamo, è banale, la musica nasce dal silenzio e torna al silenzio. Come la vita.
Riempiamo il quotidiano di rumore perché temiamo il vuoto, lo spazio, l’ascolto. Il silenzio ci spaventa.
La musica cura, la musica genera, la musica sviluppa, la musica… può essere una grande fuga.
Con la musica ci si può stordire e perdere. Che sia Bach, che sia John Coltrane.
Ascoltando Ascension, del sassofonista afro-americano, viene in mente la vita. Tutto quel rumore, quella cacofonia, che porta al silenzio. Ma nel mezzo, quanta sofferenza?
L’esperienza del suono può essere un ritorno all’ascolto profondo, può far scoprire la pace dell’armonia tra mente e corpo, dell’interruzione del continuo e logorante lavorio mentale, della sospensione del flusso ininterrotto dei pensieri.
Ma al silenzio e alla pace ci si arriva per gradi.
Nella pratica terapeutica, ho scoperto la disponibilità d’animo delle persone, una nuova apertura all’ascolto. Proposte musicali sorprendenti e anche lontanissime dalla loro cultura e abitudine possono essere accolte favorevolmente e generare sorpresa e nuova consapevolezza. Si può scoprire di aver bisogno di suoni nuovi, di musiche diverse, di ritmi e armonie inascoltate. Si può imparare a ricercare il silenzio passo dopo passo, come un cammino interiore. Rigenerante.
Il musicoterapeuta può far sorgere nel profondo della persona questa esigenze, questo nuovo desiderio. Come un faro che illumina un cammino.
Ma non può, non deve in nessun modo imporre un passo, colpevolizzare il rumore, sostituire un’identificazione con un’altra. Perché il silenzio, anch’esso, può diventare una fuga, nel momento in cui si traduce in sordità, isolamento e repressione. Quando è imposto.
Al suono, dal suono, col suono ci si muove. Che nasce dal silenzio e torna al silenzio. Come la vita. Si riscopre il silenzio. Si riscoprono i suoni e i ritmi della vita.


John Coltrane in silenzio

domenica 24 maggio 2009

Un'intervista e il metodo

Tulipani a Malcesine, primavera 2009



Quando la giornalista Silvia Turrin è venuta nel mio studio a provare in prima persona il massaggio sonoro (ho segnalato l'articolo in cui parla dell'esperienza qui) mi ha anche intervistato. Si è trattato di una piacevole chiacchierata, nella quale ho cercato di esporre a lei (e a me stesso) il metodo di lavoro che sto sviluppando nei percorsi individuali. Sul sito di Amadeus, Silvia Turrin ha appena pubblicato uno stralcio dell'intervista, che riporto interamente di seguito.

Guglielmo Nigro. L’esperienza totale della musica
di Silvia Turrin

Al centro dei suoi studi e della sua attività c’è il suono, inteso come strumento taumaturgico. A un determinato modello da seguire e portare avanti, preferisce un approccio interdisciplinare ed eclettico. Stiamo parlando del dott. Guglielmo Nigro, che avevamo intervistato in occasione di una seduta dedicata al massaggio sonoro al pianoforte. Psicologo e musicoterapeuta, ha frequentato la scuola del prof. Dario Benatti, ideatore di Musica Prima, associazione composta da insegnanti specializzati in varie discipline, che si prefigge di divulgare gli effetti terapeutici prodotti dalla musica in quelle persone soggette a patologie sia fisiche sia psichiche. Grazie all’approccio multiforme adottato dal prof. Benatti, Guglielmo Nigro è riuscito ad assorbire vari stimoli e un ampio sguardo verso la musicoterapia. Infatti, ha elaborato un percorso terapeutico del tutto personale, ancora in continua evoluzione, basato non solo sulla psicologia, psicoterapia e musicoterapia, ma anche su altre tecniche.
«Sono stato influenzato dalla bioenergetica di Lowen, che è stato il primo a riprendere gli insegnamenti di Reich riportando il corpo all’interno del contesto psicoterapeutico. Prima di Lowen, il corpo era stato completamente messo in un angolo. Si è arrivati agli eccessi di Lacan per il quale c’è solo il potere assoluto della parola. Credo invece che non ci sia un percorso di cura efficace che non passi attraverso il corpo. Non perché il corpo è preponderante sulla mente, ma perché l’una non può esistere senza l’altro. Il mio approccio risente inoltre della psicologia culturale di Bruner e, più in generale, mi baso su tutto quel filone collegato alla narrazione. Nel corso delle sedute, le persone raccontandosi, hanno modo di ricostruire la cronaca della loro vita nel contesto presente e ciò permette una riscoperta di sé».
Oltre a queste tecniche, il dott. Nigro impiega anche la meditazione dinamica, riadattata nell’ottica specifica in cui lavora, riutilizzata aggiungendo il suono e la musica.
«Secondo me, la parte più bella di questo mestiere consiste nell’elaborare un proprio percorso. Ritengo che nessun cammino di guarigione possa basarsi su un modello prefissato. Si parte da alcuni riferimenti, certo, ma il modello o i modelli bisogna personalizzarli in base agli studi e alla propria esperienza professionale».
Una delle tecniche principali da lui utilizzate è il massaggio sonoro al pianoforte, che ha scoperto grazie a seminari condotti dalla prof.ssa Giulia Cremaschi Trovesi, pioniera in questo campo, soprattutto nelle terapie con bambini non udenti.
Il dott. Nigro ha iniziato a sperimentarlo con bambini disabili, che avevano sindromi spastiche. «L’aspetto che ho notato attraverso questa pratica − sottolinea − è l’evidente riduzione del dolore. Inoltre, dopo il massaggio sonoro appaiono più flessibili ed è possibile muovere di più i loro arti. Partendo da questa fase iniziale, l’ho poi impiegato nel corso di sedute con persone che avevano dolore alla schiena, mal di testa. Adesso a 360 gradi lo sto inserendo sempre di più nei percorsi di psicoterapia che conduco nel mio studio».
Il massaggio sonoro al pianoforte può essere utilizzato in vari ambiti: per rilassare, per eliminare forme di stress, e in connessione a metodologie che lavorano sull’armatura psico-somatica. Questo perché agisce a vari livelli: fisico, psicologico ed energetico.
«La vibrazione sonora amplificata dalla cassa armonica del pianoforte entra in risonanza con il corpo e ne fa convibrare alcune parti, secondo il principio della lunghezza d’onda. I suoni più gravi hanno una lunghezza maggiore e fanno convibrare le ossa lunghe del corpo e i muscoli più lunghi o l’intestino. I suoni più acuti fanno convibrare per esempio il capo.
La vibrazione è benefica, poiché permette di riequilibrare l’energia, cioè le tensioni del corpo che si accumulano. C’è un effetto di rilassamento e di ridistribuzione di queste energie che sono localizzate normalmente in determinate zone. Da un punto di vista psicologico, la musica produce un rilassamento emozionale. Ha una potenza incredibile nell’unificare la mente e il corpo. Vengono bloccati vari meccanismi che producono stress e tolgono numerose energie».
Il dott. Nigro, accanto al massaggio sonoro al pianoforte, inserisce l’uso dei vocalizzi.
La persona che è distesa sul piano emette sillabe o canti appoggiandosi all’improvvisazione musicale. Questo tipo di interazione fra tecniche permette al soggetto di avvertire una profonda consapevolezza fisica nel presente, senza logorii mentali.
Il dott. Nigro ha lavorato molto con i bambini disabili, mentre negli ultimi anni sta focalizzando più il suo lavoro verso adulti che hanno importanti disturbi psicosomatici, con emicranie forti, con stati ansiosi, attacchi di panico, insonnia. Il suo approccio è in continua evoluzione, poiché dall’esperienza emergono nuove idee e considerazioni. Rimane fissa la musica, seppur improvvisata.
La musica agisce sull’emisfero destro, favorendo dinamiche emotive e creative. Molti suoi effetti sono ancora da scandagliare con attenzione, come le dinamiche mosse dai suoni nell’ambito della terapia del dolore, a livello neuro-endocrino. Un filone che lo stesso dott. Nigro sta studiando.

domenica 17 maggio 2009

Bibliografia minima

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Nota alla bibliografia:
Nell'appassionante ruolo di divulgatore della musicoterapia, delle sue numerose derive e sintesi, una delle domande più ricorrenti che mi vengono poste riguarda una bibliografia di riferimento, per approfondire, conoscere, studiare.

A causa di un approccio molto personale e disordinato al mio lavoro, non mi è facile indicare un elenco omogeneo di letture consigliate. Il numero di libri è naturalmente in costante crescita e, ahimè, solo una minima parte di essi riguardano in senso stretto la musicoterapia. Credo che sia importante avere uno sguardo aperto alla cultura, alla tecnica e alla conoscenza. Ogni spunto, per la pratica terapeutica, può rivelarsi utile e rigenerante.
Ho deciso quindi di elencare una lista di libri che verrà costantemente ampliata nel corso del tempo. Come dico sempre a mio figlio Gabo, si cresce sempre piano. Col tempo inserirò anche dei brevi commenti sui singoli testi.
Tutti i testi di questo blog sono (c) di Guglielmo Nigro, salvo dove diversamente indicato. Puoi diffonderli a tuo piacere ma ti chiedo di indicare sempre la fonte e/o l'autore.